Nomi volgari: Aglio orsino, Aglio selvatico, Aglio dei boschi.
Descrizione: Pianta bulbosa, erbacea e perenne, di 20/30 cm. di altezza. E’ priva di fusto e le foglie ed i fiori partono direttamente dal bulbo. Le foglie, lanceolate e
fortemente picciolate, sono di un verde lucente. I fiori presentano sei tepali lanceolati e sono di un bianco candido. Tutta la pianta ha un forte odore di aglio.
Fioritura: da aprile a giugno, ma può anticipare o posticipare a secondo dell’altitudine.
Habitat: cresce nei boschi di latifoglie, su luoghi erbosi e umidi in gruppi anche piuttosto fitti, dal livello del mare a 1500 m.. E’ diffusa in tutta l’Europa ed anche
nell’Asia settentrionale.
Principi attivi e usi fitoterapici: ha diverse proprietà terapeutiche: depurative, antisettiche, diuretiche ed altro. E’ usata anche nell’industria che ne ricava disinfettanti
e repellenti.
Usi alimentari: molto usata in cucina sin dall’antichità anche al posto dell’aglio comune. Si possono usare, in periodi diversi e funzioni diverse, tutte le parti della pianta,
dal bulbo al fiore.
Curiosità e note: il nome è probabilmente di origine celtica “all” per caldo/acre. Anche i Greci lo conoscevano con il nome “allis“ bruciante. Ursinum deriva dal fatto che gli
orsi si cibano volentieri di questa pianta per depurare il sangue dopo il letargo.
Borago officinalis
Famiglia: Boraginaceae.
Nomi volgari: Borragine, Borrana.
Descrizione: pianta erbacea annuale, può raggiungere gli 80 cm. di altezza. Ha una radice sottile e ramificata ed il fusto è carnoso. Le foglie, a rosetta basale, sono ovali,
ellittiche, picciuolate di un verde scuro. I fiori penduli, raccolti in gruppo presentano cinque petali disposti a stella e sono di un bel colore azzurro vivo. Tutta la pianta
presenta una ruvida peluria sertolosa.
Fioritura: da aprile ad agosto.
Habitat: originaria dell’Oriente, è diffusa in Europa e in America centrale. Si può trovare in tutte le regioni italiane, dal livello del mare fino a 1000 metri di altezza.
Nasce negli incolti, ruderi, scarpate, pascoli degradati: Predilige terreni calcarei, ben drenati e soleggiati.
Principi attivi e usi fitoterapici: Ha proprietà febbrifughe e calmanti, soprattutto della tosse; è usata anche come emolliente e diuretico. L’olio ha un impiego nel trattamento
degli eczemi ed altre affezioni cutanee.
Usi alimentari: le foglie, giovani, sono usate in cucina in molti piatti regionali, sia fritte che in torte e frittate. Con quelle più grandi si possono fare degli involtini ripieni.
La cottura elimina il fastidio della peluria che ricopre le foglie. I fiori sono usati come decorazione, soprattutto delle insalate, o per colorare l’aceto.
Curiosità e note: Il nome deriva probabilmente dal latino”borra” = tessuto di lana ruvida per la peluria setolosa che ricopre tutta la pianta; altri lo fanno derivare dall’Arabo
“abu-araq” padre del sudore per le proprietà sudorifere. E’ una pianta che oggi viene anche coltivata e si può trovare in vendita nei nostri mercati.
Cichorium intybus
Famiglia: Asteraceae (ex Compositae)
Nomi volgari: Cicoria, Radicchio.
Descrizione: pianta polimorfa, di difficile classificazione, perenne che può superare il metro di altezza. Ha una radice robusta, carnosa e con rizoma ingrossato.
Il fusto è eretto e ramificato. La forma delle foglie è molto varia: alla base sono roncinate, mentre le cauline sono intere o lanceolate. I fiori, ligulati, sono riuniti
in piccoli fascetti e sono di un bel colore blu-ceruleo.
Fioritura: da giugno a fine settembre
Habitat: è una pianta fortemente infestante, tipica della pianura, ma si può trovare fino alla base delle montagne. E’ presente sulle strade di campagna e di città, nei prati
non coltivati, nelle macerie e ambienti ruderali.
Principi attivi e usi fitoterapici: è una pianta conosciuta ed apprezzata sin dall’antichità, ha proprietà amaricanti, digestive, coleretiche, depurative, diuretiche e leggermente
sedative. Sotto il profilo salutare, le foglie della cicoria in infuso hanno la proprietà di stimolare le funzioni dell’intestino, del fegato e del rene con un effetto che si
riflette anche nell’aspetto della pelle.
Usi alimentari: le foglie giovani sono considerate ovunque fra le migliori insalate selvatiche. La pianta adulta, cotta, può essere utilizzata in mille modi. La tradizione fa
della cicoria un alimento essenziale dell’alimentazione popolare e quindi la ritroviamo in una miriade di ricette. I fiori possono servire come decorazione.
Curiosità e note: e’ una pianta che viene citata sin dal 1500 a.c. e poi anche da Plinio, dal medico greco Galeno e in epoca romana. L’origine del nome è quindi incerto. Potrebbe
derivare dal greco ”kichoria” o dall’egiziano ”kichorion” , “kio” = vado, “corion” = campo. “Intybus”, invece, deriva dal latino. Della cicoria è anche noto l’uso delle radici che
tostate e polverizzate venivano utilizzate come surrogato del caffè. In alcuni paesi del nord Europa era addirittura considerata pianta magica.
Silene vulgaris
Famiglia: Caryophyllaceae.
Nomi volgari: Strigoli, Bubbolini, Erba del cucco, Schioppettini
Descrizione: pianta polimorfa, perenne, glabra, di un’altezza di circa 70 cm.con asse fiorale più o meno privo di foglie. La radice, rizomatosa, ha la base lignificata.
Il fusto è eretto ed è diviso in nodi ingrossati. Le foglie sono ovate o lineari lanceolate di colore verde cinerino.L’infiorescenza è a pannocchia con fiori penduli,
generalmente bianchi.
Fioritura: fiorisce da marzo a settembre.
Habitat: E’ presente in Europa, Asia, Africa settentrionale ed America meridionale. In Italia è comune in tutte le regioni. Predilige i prati, i boschi radi,
i margini dei sentieri, zone ruderali ricche di azoto e prati fertili concimati. Cresce dal livello del mare fino a 2800 m..
Principi attivi e usi fitoterapici: Si pensava avesse funzioni diuretiche e veniva utilizzata anche come rimedio contro la gotta, il fuoco di S. Antonio e contro l’anemia,
ma la pianta non è inserita nell’elenco ufficiale delle piante officinali e non è usata in erboristeria.
Usi alimentari: pianta molto ricercata, è considerata una fra le migliori erbe commestibili. Le foglie si usano soprattutto cotte, come contorno, per frittate e ripieni.
Hanno un sapore molto gradevole, dolce e delicato.
Curiosità e note: Pianta conosciuta sin dall’antichità. Il nome silene probabilmente deriva dalla parola greca “ sialon” = saliva con riferimento alla sostanza bianca e
attaccaticcia secreta dal fusto di molte specie del genere. Nella tradizione popolare il nome si riferisce alla forma a palloncino del fiore che ricorda il ventre di Sileno.
Il fiore, se viene stretto fra le dita, scoppietta ed è quindi, molto ricercato dai bambini.